Di seguito le parole di don Giacomo alla comunità che ha servito per ben ventisette anni.
Si conclude oggi un'esperienza magnifica e felice della mia vita personale di uomo e di prete e di quella della nostra amata comunità parrocchiale. Un'esperienza durata ben 27 anni tra gioie e dolori, fatiche e speranze, successi e fallimenti, momenti belli e momenti difficili che non sono mancati e non mancano, come nella vita di ogni persona, come nella vita di ogni famiglia. Si è proprio questa la parola che oggi più che mai mi ritorna in mente "famiglia". Ero ancora un ragazzino, un "figghiolazzu" come qualcuno mi definì quell'ormai lontano 28 giugno 1995, quando l'arcivescovo del tempo mons. Vittorio Mondello mi affidava una delle comunità parrocchiali della città e diocesi più prestigiose e importanti, guidata fino a quel giorno da un austero, colto e illuminato sacerdote, mons. Francesco Gangemi, che lasciava dopo ben 60 anni di parrocato. Io mi sentivo piccino piccino, quasi inadatto e impreparato per una responsabilità così alta, ma accettai con gioia e prontezza perché sapevo di non essere solo, con me c'era e ci sarebbe stato il Signore, Maria SS. e tutti gli angeli e i santi miei protettori e poi la certezza di andare in famiglia, di avere da quel giorno una famiglia tutta mia, con numerosissimi fratelli e sorelle, figli e figlie. Grazie Signore Gesù: il tuo amore e la tua grazia non mi hanno abbandonato, nonostante le mie infedeltà e debolezze, neanche per un istante e grazie a questa mia bella e grande famiglia che mi ha sopportato e supportato per quasi tre decenni. Me ne vado con il cuore pieno di gioia e di commozione per tutto quello che abbiamo potuto fare e realizzare per amore per Signore, al servizio dei fratelli. Parto con un bagaglio più carico, ricco e forte per le innumerevoli esperienze di vita vissute INSIEME, quelle belle, esaltanti e positive, ma anche quelle brutte, tristi e deludenti. "Vado via col cuore contento" non per abbandonare o fuggire in altri paradisi terrestri (ammesso che ce ne siano), ma per lasciare il posto ad altri, che certamente sapranno fare più di me e meglio di me e vado a servire un'altra bella parrocchia, dove altri sacerdoti e parroci prima di me, hanno seminato e lavorato, spendendosi con generosità e grande cuore, e me ne vado con l'entusiasmo e la disponibilità di ieri, ma anche con la maturità ed esperienza di oggi. A tutti voi amati fratelli e sorelle, figli e figlie di san Paolo vada il mio grazie cordiale e sincero per l'affetto, la stima, l'amicizia e la collaborazione prestatami senza risparmiare nulla, ma sempre con infinita generosità, pazienza e disponibilità. Il Signore vi ricompensi e vi benedica immensamente. Vi porto nel cuore e nelle mie povere preghiere. Anche voi fate altrettanto, accompagnandomi, sostenendomi e incoraggiandomi come sempre avete fatto con la vostra presenza e preghiera e pregate davvero per me, perché possa amare e servire i fedeli, da oggi a me affidati, con il cuore e gli occhi di Dio, che sanno amare, comparire e perdonare in modo instancabile, ineguagliabile, eterno.