Carissimi nel Signore,
È inutile dire che quest’anno le celebrazioni pasquali, pur nel massimo rispetto e osservanza dello spirito di gioia e di luce che la festa porta sempre e comunque intrinsecamente con sé, saranno segnate da un velo d tristezza e di dolore.
Nel mio editoriale “Pasqua in tempi di coronavirus”, del nostro Giornalino Parrocchiale San Paolo alla Rotonda, che uscirà solo ed esclusivamente nella sua veste virtuale, per cui vi rimando per questo al Sito della nostra parrocchia, www.sanpaoloallarotonda.it, ho illustrato in modo più dettagliato le motivazioni di detta tristezza e dolore, in particolare, per l’altissimo numero di vittime che questa pandemia ha provocato, ma anche le persone che ancora oggi combattono tra la vita e la morte per questo nuovo flagello che si è abbattuto sul nostra Nazione, sull’Europa sul mondo. Come possiamo gioire pienamente ed esultare, pensando agli ammalati e ai sofferenti, alle famiglie che piangono per un familiare infermo che non vede e abbraccia da diverse settimane, o per un proprio caro che non c’è l’ha fatta a sopravvivere ed andato via senza il conforto di un bacio, di una preghiera, molti di una degna sepoltura? Eppure come cristiani, non possiamo lasciarci andare allo scoraggiamento, alla depressione, all’angoscia, che sono l’anticamera della perdita della fede, che per chi crede, sa essere un male e un danno non peggiore di qualsiasi altro male fisico o disgrazia? Allora apriamo il nostro cuore alla speranza e all’augurio che “andrà tutto bene”, che il nostro paese e il mondo intero si “rialzeranno” e ritorneranno più belli e più forti di prima, disponendoci a celebrare la Pasqua del Signore, la festa più bella, più significativa e più importante dell’anno liturgico. Ma ogni festa perché riesca bene, ha bisogno di un tempo congruo di preparazione. Ecco perché vi ho voluto mandare per tempo, il Programma della Settimana Santa, che come sapete inizia con la Domenica delle Palme e si conclude con la solennità della Domenica di Pasqua.
Quest’anno come sapete non ci è dato celebrare i sacri riti comunitariamente e di presenza, ma dovremo continuare l’esperienza fatta in queste ultime settimane, con l’evento che abbiamo voluto denominare “Distanti fisicamente, ma vicini spiritualmente”, quello della quotidiana Ora di Spiritualità, che ogni giorno abbiamo mandato in streaming, sulla mia pagina fb o su quella della nostra parrocchia. I Pastori della Chiesa (il Papa e i nostri Vescovi) ci dicono, quello che veramente la Chiesa insegna da sempre, che cioè “chiunque è impedito per motivi gravi, ma che comunque nutre un’ardente desiderio, di partecipare ai sacri riti, o li segue attraverso i mezzi della comunicazione sociale, possono ricevere e godere di tutti quei frutti spirituali che avrebbero ricevuto con la loro partecipazione fisica”. Certo penso alla benedizione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo ricevuta da casa, attraverso il teleschermo. Penso all’assenza, per me per la prima volta dopo quasi trent’anni di sacerdozio della celebrazione del Giovedì Santo, senza la lavanda dei piedi, meravigliosa occasione di avere sulla altare dodici giovani, dodici uomini, per la commemorazione dell’Ultima Cena. Penso ancora, all’assenza degli Altari della Reposizione, ai cosiddetti “Sepolcri”, ogni anno visitati da un folto numero di fedeli che giravano diverse chiese della città, tra questa non mancava la visita al nostro altare, a detta di molti, il più bello, il più ricco di fiori, di ceri e di decorazioni, ma anche quello dove si raccoglievano il maggior numero di fedeli per l’Adorazione Notturna. Penso inoltre, all’assenza della Via Crucis Cittadina e alla tradizionale partecipatissima Processione delle Varette. E penso infine, a una Veglia Pasquale, senza l’accensione del fuoco e la benedizione del cero pasquale, del fonte battesimale, una veglia senza battesimi e soprattutto senza la partecipazione, il canto e le preghiere del popolo. Non può essere la stessa cosa, non può sembrare la stessa cosa! E di questo ne soffriamo tutti, ma se permettete ne soffrono in particolare i sacerdoti-parroci, obbligati a celebrare a porte chiuse, in una chiesa deserta, con i banchi vuoti, che inevitabilmente non possono non portare nel cuore, anche in quello del prete più bravo e più santo, quel senso di vuoto, di tristezza e di malinconia. Ma la Festa di Pasqua è la festa della speranza per eccellenza, ed è proprio per questo che invito tutti a rialzare il capo e a contemplare i divini misteri del Tempo Pasquale.
Seguiamo, restando nelle nostre case, e unendoci spiritualmente il più tempo possibile a tutte le Liturgie della Settimana Santa 2020, che saranno celebrate nella nostra chiesa e che saranno trasmesse in steaming, secondo il seguente programma:
Domenica delle Palme, nella quale benedirò, attraverso gli schermi dei vostri tablet e telefonini, le palme e i ramoscelli d’ulivo nelle vostre abitazioni. Davanti la chiesa esporremo per tutto il giorno il crocifisso, simbolo della nostra fede in un Dio, che per amore ha dato la vita per noi.
Lunedì Santo, giorno 6 aprile, faremo memoria del mio 29mo anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale. Quel giorno celererò una messa solenne, nella quale chiederò una preghiera particolare da parte di voi amici e fedeli di san Paolo, affinché il Signore mi conservi nella fedeltà e nella pace al suo santo servizio, per tutto il tempo che riterrà opportuno.
Martedì Santo, poi faremo una Liturgia Penitenziale, che rappresenti in un certo qual modo, la confessione sacramentale del precetto pasquale, durante la quale invocheremo con forza la misericordia e il perdono del Signore di tutti i nostri peccati e di tutte le nostre colpe, per poter partecipare il più degnamente possibile alla Passione, Morte e Risurrezione del Signore.
Mercoledì Santo, ci uniremo sempre via streaming, alla celebrazione presieduta del nostro Arcivescovo nella Cappella del Seminario, dove si terrà l’Adorazione Eucaristica e il canto dei Vespri, e alla quale si uniranno in modo particolare tutti i sacerdoti della Diocesi, in sostituzione della Messa del Crisma, la Messa dove si benedicono gli Olei Santi e si rinnovano le Promesse Sacerdotali.
Giovedì Santo, celebreremo la messa in Coena Domini, come dicevo prima senza lavanda dei piedi e senza la Veglia di Adorazione che in genere facevamo sempre nella notte in cui Gesù fu tradito. E’ previsto però un rito bellissimo che ricorderà tanto quello fatto da Papa Francesco, quando uscito su una Piazza San Pietro completamente deserta, ha voluta benedire con il SS. Sacramento la città di Roma (Urbe) e tutto il mondo (et Orbi). Lo stesso faremo noi benedicendo tutta la Parrocchia.
Venerdì Santo, l’appuntamento sarà alle 15 per il pio esercizio delle Sette Parole e alle 16 per la Liturgia in Passio Domini con lo svelamento e l’adorazione della santa croce. Alle 21 poi ci uniremo all’unica Via Crucis in programma, quella che guiderà Papa Francesco nella Basilica Vaticana.
Sabato Santo, come sempre giorno di grande silenzio e preghiera, non ci saranno liturgie ma vivremo alle stesse condizioni, la Veglia Pasquale, come già detto, senza la preparazione e la benedizione del fuoco, né del cereo e né del fonte battesimale. Non ci saranno battesimi. Questa veglia non potrà essere trasmessa in streaming per superiori disposizioni. I fedeli si uniranno spiritualmente da casa magari seguendo la liturgie del Papa o del Vescovo che invece saranno mandate in onda.
Infine concluderemo la Settimana Santa e festeggeremo la Pasqua del Signore, Domenica 12 alle ore 11. A mezzogiorno usciremo sul sagrato della chiesa e ci uniamo spiritualmente alla benedizione che il nostro Arcivescovo darà in quel giorno a quell’ora dal sagrato della Basilica Cattedrale a beneficio spirituale di tutta la Diocesi e Città di Reggio Calabria. Nel frattempo tutte le campane di tutte le chiese suoneranno contemporaneamente e all’unisono come acclamazione a Cristo Risorto ed come augurio di speranza.
Per la Pasquetta, per l’immancabile “gita fuori porta”, usciremo fuori nel balcone o sulla nostre terrazze e alle 13 in punto ci uniremo fedeli sempre nello spirito del nostro “distanti fisicamente, ma uniti convivialmente” e gusteremo due fave fresche, una fettina di salame e un bel bicchiere di vino, che berremo alla nostra salute, a quella dei nostri amici, parenti e benefattori e “puru e nimici e a cu ndi voli mali”.
Buona Pasqua allora, miei carissimi, non perdiamo mai l’ottimismo e il sorriso, credete è la iattura e la disgrazia più grande, la sconfitta più clamorosa, il “corona virus” più inguaribile e mortale. E che Gesù Risorto vi benedica e vi porti, oggi e sempre, tanta salute, tanta pace e tanta serenità.
Il Parroco
Mons. Giacomo D’Anna