La parrocchia si sa è luogo di spiritualità e di preghiera, scuola di fede e di carità, palestra di cultura e di servizio, ma è anche gioia di stare insieme, per una partita al biliardino, sedere intorno a un tavolo con due cartelle della tombola davanti. E' un film visto insieme nella salone parrocchiale, è laboratorio di musica, di teatro e di sport, ma è soprattutto gioia di stare insieme come famiglia. Dove l'età, la professione, lo stato sociale non conta, è gioia di sentirsi a casa, è piacere di sentirsi comunità, dove l'unico vero impegno è quello di farsi presente, di partecipare a tutte le iniziative pastorali. Di non mancare mai, neanche a quelle iniziative, che possono sembrare superflue o inutili, ma che invece come insegna l'Apostolo Paolo "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Rom. 8,38). Con questo spirito vive, opera e si impegna la Compagnia Teatrale, una delle presenze più belle, significative, e perché no, più divertenti dell'intera comunità parrocchiale.
Ed è in questo senso, che domenica 22 dicembre u.s. la suddetta compagnia è tornata a calcare il palcoscenico del nostro Salone Parrocchiale per una Rappresentazione Natalizia, dal titolo "Benvenutu Redenturi" (visibile sul web al presente link). L'opera, in atto unico, è stata composta a quattro mani or ben 22 anni ossia nel lontano Natale 1997, dall'allora giovanissimo Parroco, don Giacomo D'Anna e dall'ancor più giovanissimo, Giuseppe D'Agostino (attuale regista della compagnia).
La rappresentazione teatrale, narra la storia di un Sindaco, alquanto goffo e inadeguato, chiamato ad organizzare il primo Natale del Signore nello sperduto e poverissimo suo paese. Il racconto tra battute esilaranti e messaggi molto significativi, è certamente un'importante occasione per riflettere sul mistero dell'Incarnazione, sul fatto cioè che l'Onnipotente e grande nostro Dio, sceglie di farsi bambino, povero tra i poveri, umile tra gli umili, e quindi un invito a ripensare e riscoprire la via della semplicità, umiltà e povertà come la via unica e indispensabile per conseguire la salvezza. Grazie allora alla Compagnia Teatrale San Paolo alla Rotonda e a quanti, nel segreto e nel nascondimento, con fedeltà e con coraggio, con i fatti e non a chiacchiere, contribuiscono a rendere la Parrocchia, come dice Papa Francesco "una casa accogliente e ospitale per tutti"... checché se ne dica!!!
La commedia termina con i protagonisti che si recano davanti alla grotta della natività. Il Sindaco mentre indossa la fascia per recarsi davanti a Gesù Bambino, ha un momento di riflessione e recita un monologo in versi scritto per l'occasione dall'Autore e regista della Compagnia Giuseppe D'Agostino. Ve la vogliamo riproporre...
Ma vi rinditi cuntu a mia chi mi 'mbattiu
U Signuri u me paisi ju e si scigghiu.
Jeu ancora m’aia capacitari chi 'nchianai
atru chi mundizza e fossi, chistu è chiù assai, assai, assai…
Si Diu in persona ill’autru mundu si scomodau
E propriu a lu so figghiu 'ndi mandau,
Voli diri chi nui avimu bisognu
Mi cangiamu a testa jornu pi jornu.
Onestamenti aviva bisognu un pocu i preavvisu,
Non capita tutti i jorna mi veni unu du paradisu,
E mi mi dici chi propriu jeu sugnu u destinatu,
M’accogli u Signuri 'nto so criatu.
Comu mi presentu davanti a ddu figgiolu, u Criaturi?
Ca fascia, cu tutta a giunta, chi sonaturi?
Chiù jeu sta cosa a penzu chiù non mi dugnu paci,
Si piddaveru jeu sugnu degnu e capaci.
A cosa chi mi conforta però è una sula,
dda paroledda chi me nonna mi diciva:
“Figghiceddu non aviri mai paura,
U Signuri affliggi e mai bbanduna”
Quindi si Diu u me paisi vossi scartari,
voli diri chi carcosa i bonu sapimu fari.
Allura non ndi scuraggiamu, niscimu comu simu...
U Signuri ndi canusci, voli sulu mill’accoglimu!