
Non conoscevo la storia di questo ragazzo che l’11 ottobre scorso è salito agli onori degli Altari. E devo ammettere che la mia prima esperienza con la sua figura è stata proprio una “svista clamorosa”. Ero davanti al mio PC e stavo passando il tempo su Facebook, ad un certo punto vedo una foto che raffigurava un giovane sdraiato sotto un altare di una chiesa. La mia prima impressione è stata quella di pensare ad un pessimo scherzo di poco gusto fatto da qualche ragazzo al fine di racimolare qualche “like”.
Ma lo stesso mi sono soffermato a guardare attentamente la foto e soprattutto a leggerne la didascalia sotto ad essa. Mi si è aperto un mondo che fino a quel momento mi era estraneo.
Il ragazzo in questione è Carlo Acutis, morto a soli 15 anni per una violentissima forma di leucemia fulminante.
Carlo nasce a Londra da una famiglia prestigiosa italiana della Milano bene che si trovava in Inghilterra per ragioni di lavoro.
Un ragazzo che aveva oggettivamente tutto, basta vedere le foto che girano sui social. Era un ragazzo che aveva gli interessi di chi poteva permettersi davvero tutto, ma Cristo lo ha interessato più di quel “tutto” e forse gli ha dato quella “pienezza” che cercava. Io non so se “tutto” e “pienezza” sono la stessa cosa nella vita delle persone, perché spesso noi ci riempiamo di cose, di oggetti che riempiono la nostra giornata, ma non si rivelano poi quello che veramente ci dà la felicità nel vero senso della parola.

Carlo giocava a pallone, faceva trekking in montagna, suonava il sassofono e andava in pizzeria con gli amici oltre ad essere un grande appassionato di informatica. Insomma conduceva una vita simile a quella di tanti suoi coetanei, ma, durante la sua breve esistenza, si è distinto per la capacità di trasmettere la sua grande fede a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo.
Papa Francesco è rimasto colpito da questo ragazzo, che ha "saputo utilizzare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, valori e bellezza". Ecco perché è stato proposto come patrono di internet per la sua giovane età e per il suo essere giovane tra i giovani, anzi utilizzando un termine prettamente giovanile lo potremmo definire “l’Influencer di Dio”.
Sono convinto che il Beato Carlo farà breccia nel cuore dei giovani perché proprio i giovani, tanto criticati dagli adulti per i loro comportamenti, il loro stile di vita, abbiamo in Lui un vero testimone contemporaneo. Non vorrei essere banale e soprattutto frainteso, ma noi siamo stati abituati a vedere Santi forse troppo lontani nel tempo e nell’iconografia. Invece nel caso specifico osservare un’immagine in un post su Facebook di un Beato dei nostri tempi con le Nike e una tuta da ginnastica può colpire l’attenzione di un ragazzo, (come d’altronde è capitato a me) e in pochi secondi può riaprire il cuore e permettergli di far un passo in più, facendogli capire che alla fine Carlo è un ragazzo come tanti altri che ci suggerisce che la vita è sempre qualcosa da vivere e custodire. Principalmente nei momenti più difficili quando sembra che tutto e tutti siano contro, e lui questa consapevolezza l’ha vissuta proprio sulla sua pelle. Se ci soffermiamo a riflettere la vita di Carlo non è una vita Beata, nel senso più letterario della frase. Lui non è stato Beato (fortunato come spesso diciamo) perché un ragazzo a 15 anni ha davanti a se una vita colma di tanti progetti, tanti sogni. Ma la vita di Carlo diventata Beata proprio perché è riuscito a stare dentro pienamente a tutte le cose che ha vissuto in ogni momento belle e brutte, grazie a quella luce in più che ti fa andare oltre non perché ti va tutto bene.
Mai come adesso in questo momento particolare che stiamo vivendo abbiamo necessità di vivere in sicurezza. Abbiamo bisogno di gente che accanto a noi illumini i passi, sappia indicare la giusta strada. Questo mi fa pensare che Carlo abbia avuto nel suo cammino dei buoni “illuminatori” che gli hanno saputo indicare la strada e lui certamente ha saputo percorrerla in pienezza.
Possa Carlo indicarci la giusta strada e più di ogni altra cosa donarci compagni di cammino che ci facciano camminare sempre verso giuste direzioni.